Le vele

TECNICHE E REGOLAZIONI DELLE VELE
I consigli dei velai

Ad alcuni velai che tagliano vele per il First Class 8 sono state poste le seguenti domande:
1 – Le vele fanno da sole la differenza sul monotipo?
2 – In che modo avvicinate il FC8 nella scelta del taglio e nella realizzazione delle vele?
3 – Quali regolazioni applicate alle vele in funzione del vento?
4 – Che vele usate secondo il vento?
5 – Qual’è la vostra tecnica “super”?
6 – Che consigli date per aumentare la durata delle vele?

Ecco le risposte che hanno dato

VELERIA RUSSO
Philippe de Pelsmaeker e Jean Michel Russo regatano sul First Class 8 dal 1985 Vincitori della Brochier Cup 1987 su “Pertuisane”
1 – Le vele sono effettivamente il motore della barca ma la loro preparazione e la bravura dell’equipaggio hanno la stessa importanza
2 – Il FC8 è il monotipo più “rigido nel piano velico”, le vele dunque sono tagliate rispettando più criteri e, poichè il più importante riguarda la deformazione del tessuto sotto sforzo, è auspicabile il taglio orientato
3 – Qualunque sia il tipo di vento noi preferiamo navigare con l’albero il più dritto possibile sia lateralmente che longitudinalmente Le vele sono dunque regolate in conseguenza con le balumine aperte secondo che il vento rinforza
4 – La stabilità sotto vela ci permette di navigare col genoa da 0 a 25 nodi apparenti prima di passare allo intermedio, con condizioni di vento più forte noi utilizziamo preferibilmente l’intermedio e la randa con una mano di terzaroli, anzichè il fiocco olimpico e la randa alta, in quanto la barca ha così più potenza sulle onde
5 – Noi vigiliamo affinchè le nostre vele siano polivalenti, evitiamo dunque i tagli specifici per diversi piani d’acqua I tagli sono grassi e devono essere regolati aperti in alto con la possibilità di collocare il grasso secondo che si privilegi la velocità o la rotta
6 – È auspicabile sciacquare bene tutte le vele e riporle piegate e all’asciutto

VELERIA TASKER
Jerome Dupin e Tasker Aquitaine navigano su “Port d’Archaon”
1 – No, solo l’equipaggio fa la differenza
2 – La larghezza dello scafo e il peso dell’equipaggio fanno del FC8 una barca stabile sotto vela In conseguenza noi abbiamo elaborato delle vele potenti e di taglio triradiale, in modo da rispondere alle sollecitazioni pur mantenendole leggere e durature
3 – Con vento debole: navighiamo con il genoa grasso e la drizza e le volanti allentate, il carrello del genoa è avanzato in modo da ottenere il volume massimo soprattutto nella parte bassa, la randa è cazzata con il carrello sopravento e l’albero può essere incurvato per regolarne la forma Con vento forte: la drizza del genoa e le volanti sono cazzate per conservare una curva ottimale dello strallo, l’albero è incurvato e la randa appiattita con la balumina poco tesa 4 – Noi scegliamo sempre le vele e le regolazioni migliori nei momenti calmi prima della partenza e limitiamo al massimo i cambi di vele in quanto fanno perdere troppo tempo
5 – L’assistenza e la fabbricazione con computer e il taglio al laser ci permettono di fabbricare vele affidabili e durature La pratica su numerosi monotipi ci fornisce l’esperienza indispensabile per l’elaborazione di prodotti validi

X VOILES
Jean Yves Jaffrezic corre in Class 8 dal 1984, vincitore nel 1984 dell’Open Clicquot Europe a Port Camargue, 3° a Crozon al Campionato Nazionale 1989
1 – No, la qualità dell’equipaggio e la preparazione della barca sono importanti così come la qualità delle vele
2 – Il FC8 si differenzia dagli altri monotipi per la sua maneggevolezza Le vele sono dunque di taglio triradiale per attenuare le deformazioni nei punti di scotta e sulle balumine
3 – Per la regolazione dell’albero qualunque sia il tipo di vento, noi teniamo le sartie molto tese Con vento leggero navighiamo con le balumine molto aperte; con vento medio e forte le chiudiamo avanzando il punto di scotta del genoa, spingendo l’albero avanti e cazzando il vang
4 – Poichè la barca è molto stabile sotto vela, noi utilizziamo il genoa molto a lungo prima di passare all’intermedio Con venti più forti navighiamo sia con l’intermedio e una mano di terzaroli, sia con l’olimpico e tutta randa, la prima soluzione è più adatta con onde corte
5 РLe nostre vele sono molto piatte, cosa che ci permette di fare una buona prua in quasi tutte le condizioni, ma il loro punto forte ̬ con vento medio Lo spi ̬ polivalente ma eccelle al lasco stretto con vento forte
6 РDopo ogni regata ̬ importante sciacquare tutte le vele e riporle asciutte; per quanto riguarda la randa ̬ preferibile arrotolarla

VELERIA LE BIHAN
Ronan Le Bihan naviga in FC8 dal lancio della serie Vincitore della “Spi Ouest” nel 1988 e 1989
1 – Non si può essere così categorici su ciò; le vele sono un fattore determinante così come l’equipaggio, la tecnica, la tattica e la preparazione della barca e delle sue appendici
2 – Il FC8 è una barca leggera e molto invelata, ciònonostante è stabile a vela, dunque abbisogna di vele potenti e voluminose, soprattutto i genoa
3 – Lunghezza dello strallo: mt 9,16 con vento leggero, e mt 9,18 con vento forte Tensione delle sartie alte: 35 con vento leggero e 40 con vento forte Tensione delle sartie basse: 32 con vento leggero e 36 con vento forte La misura della tensione delle sartie è presa con il tensiometro Nella mastra, con ogni condizione di tempo, mettiamo le zeppe sulla parte anteriore dell’albero
4 – Da 0 a 22 nodi: genoa triradiale e tutta randa, da 22 a 28 nodi: intermedio e tutta randa, da 28 a 30 nodi: olimpico e tutta randa, oltre 30 nodi: olimpico ed una mano di terzaroli Bisogna ritardare al massimo la riduzione della superficie delle vele di prua con mare formato, mentre con mare calmo si possono ridurre prima le vele di prua Il fiocco di 10 mq è indicato con più di 28 nodi di vento
5 – Noi utilizziamo dal 1984 il programma informatico americano di taglio “SMSW” diffuso in più di 200 esemplari al mondo e abbinandolo ad una tavola tracciante Carlson di mt 15 di lunghezza otteniamo una riproduzione perfetta delle forme desiderate L’esperienza sul FC8 e questa attrezzatura ci danno il miglior compromesso in qualsiasi condizione
6 – Non scegliere grammature troppo leggere; arrotolare le vele in dacron, il Mylar sopporta bene le pieghe perchè è più elastico del precedente; durante le regate, in fase preparatoria, appena possibile calare fiocchi e genoa ed evitare di farli sbattere; avendo cura di ciò potrete regatare per un’intera stagione, o forse più,con lo stesso gioco di vele

MULTIVOILES
Pascal Soule Nan
1 – Nei monotipi le vele rivestono una fondamentale importanza sulla velocità delle barche in quanto queste presentano una somiglianza quasi totale Non bisogna però tralasciare altri fattori quali l’attrezzatura, le regolazioni, la preparazione del materiale senza dimenticare l’equipaggio
2 – La struttura dei tessuti moderni permette di ottimizzare i tagli, utilizzando particolarmente tagli triradiali Si possono così utilizzare tessuti di grammature diverse secondo le zone degli sforzi, cosa che determina un guadagno in peso apprezzabile sulle vele sempre ottenendo una stabilità di forma apprezzabile
3 – Il FC8 richiede molta potenza con vento leggero e medio Bisogna dunque concepire delle vele grasse ma che possano facilmente appiattirsi con vento forte in modo che gli equipaggi mantengano su questa barca la velatura massima per molto tempo (25 nodi apparenti con genoa e tutta randa) La randa si deve poter appiattire piegando l’albero al massimo con l’aiuto del paterazzo e delle volanti così come per mezzo della base a soffietto ed eventualmente la manina La tensione della scotta della randa deve essere massima con vento forte in modo da poter lavorare con il carrello Per quanto concerne le vele di prua, si appiattiscono tenendo maggiormente cazzata la drizza e arretrando il il punto di scotta al fine di tendere la parte bassa della vela e far aprire la balumina
4 – Con meno di 10 nodi di vento apparente, la tensione delle volanti sarà moderata per ingrassare il genoa nella sua parte anteriore Il barber sarà avanzato e la scotta bordata senza eccesso per aiutare ad ingrassare la vela La tensione della base della randa sarà anch’essa moderata per gli stessi motivi La regolazione del paterazzo è quindi ininfluente perchè la sola tensione della scotta permette di controllare la curvatura dell’albero Conviene portare il carrello sopravento per non tesare esageratamente la balumina Con vento medio, la volante deve essere molto tesa, fino al massimo a seconda del peso dell’equipaggio Il barber si arretra quando il vento aumenta e la drizza viene tesa maggiormente; la tensione della balumina e della base della randa comincia ad essere maggiore Con vento forte è utile alzare un po’ la deriva per arretrare il baricentro della barca

VELERIA ELVSTROM
Jerome Langlois
1 – Certamente no I monotipi sono, come tutte le barche, condotti da equipaggi che generalmente contano per l’80% nel risultato finale
2 – Per quanto concerne il genoa, noi determiniamo l’angolo di attacco ottimale in funzione dell’angolo di tiro del punto di mura e del punto di scotta Determiniamo il profilo a elica della balumina in funzione della lunghezza delle crocette Infine in funzione dei profili ottimali che abbiamo sperimentato negli anni, procediamo ad una calandratura sperimentale della vela che darà poi la forma definitiva Il taglio è studiato principalmente in funzione dei tessuti a orientamento ordito che impongono dei raggi sulle impuntature Per la randa, il parametro più importante è il grasso sulla inferitura Questo in effetti ha un’enorme influenza sul volume generale della vela e è determinato in funzione dell’albero, cosa molto importante sul FC8 perchè l’albero ha dei problemi con vento forte e flette nella sua parte bassa Ciònonostante bisogna trovare un compromesso perchè la vela non deve essere troppo grassa con vento leggero Quest’anno abbiamo optato per tagli di tipo Z3C, radiali nel punto di scotta e di drizza con dei ferzi orizzontali nella parte mediana Pensiamo in effetti che questo genere di “pannelli” dovrebbe permettere una regolazione più facile della vela grazie al tessuto orientato obliquamente sull’inferitura
3 – Con poco vento la randa sarà aperta con il carrello al vento in modo da avere il boma circa sull’asse della barca Il genoa sarà anche lui aperto con un membro d’equipaggio addetto costantemente alla regolazione in funzione delle variazioni del vento Con vento medio si richiede maggior potenza, dunque bisogna sforzarsi di ingrassare le vele La randa si ingrassa grazie alla base, ma soprattutto per mezzo dell’albero che si deve tenere più dritto Il punto di scotta del genoa sarà avanzato in modo da tendere la balumina ed incavare la parte bassa della vela Con vento forte torneremo ad una regolazione che assomiglia più alla regolazione con poco vento per ciò che concerne la forma delle vele Per giungere a ciò le regolazioni saranno ogni volta molto diverse perchè il vento esercita una pressione sulle vele e queste avranno tendenza ad aprire la balumina; lo scopo sarà dunque di limitare questa apertura con il vang, con il carrello della randa posizionato sottovento e con una maggiore tensione della scotta Quanto ai genoa bisognerà arretrare il punto di scotta per limitare la potenza in funzione del vento
4 – I genoa sono sempre più sovente concepiti per aree di vento comprese tra 0 e 20 nodi reali Le rande sono realizzate con lo scopo di essere più modulari possibile Possono dunque rimanere intere fino a 25 nodi reali a condizione di modificarne la forma e di mantenere la barca equilibrata sul timone
5 – I nostri modelli sono stati concepiti con lo scopo di semplificare le regolazioni e di avere un prodotto polivalente Noi pensiamo che questo punto sia essenziale per regatare senza pensieri e senza preoccuparsi di altro che della tattica
6 – È necessario evitare le pieghe nelle vele Per far ciò arrotolatele, soprattutto la randa in dacron Per i genoa tutto è più complicato ma è bene tentare di arrotolarli anch’essi È importante evitare di lasciarli sbattere e di lasciar andare la scotta troppo tardi nelle virate Sciacquate le vele il più spesso possibile, esse ritroveranno allora un aspetto più nuovo e più liscio

DELTA VOILES
Bernard Mallaret corre sul FC8 dal suo lancio nel 1983 Vincitore del Campionato Nazionale nel 1983, ’87 e ’88
1 – In una regata in monotipo, penso che le vele siano importanti come l’equipaggio Le differenze di velocità sono tanto lievi che il più piccolo vantaggio dato da un miglior gioco di vele si trasformerà in un vantaggio notevole; dalla nascita del FC8 nessun campionato è mai stato vinto da velerie “nuove” per la serie
2 – La principale specificità del piano velico del FC8 viene dalla randa È grande e molto allunata, quindi il taglio deve permettere una buona tensione con poco vento e una apertura regolare con vento forte È difficile far aprire una vela stretta senza che stacchi male La parte bassa della vela si appiattisce con la curvatura naturale dell’albero in compressione La parte alta, all’inizio molto grassa, si regola con la tensione del paterazzo La rigidità delle stecche gioca un ruolo importante nell’assorbimento del fileggiamento
3 – Le due regolazioni alle quali io dò maggiore importanza sono la tensione della drizza del genoa e la tensione della balumina della randa Una inferitura del genoa poco tesa, al limite delle pieghe, darà una grande manovrabilità, movimenti molto dolci e permetterà al timoniere di mettere perfettamente la prua nelle onde Quanto alla tensione della balumina della randa, è lei che dà la rotta; la sua regolazione deve essere molto precisa, bisogna iniziare ogni bordo con la balumina molto aperta per dare velocità e progressivamente man mano e a misura che si orza tesarla Il vang è completamente allentato o quasi Il paterazzo si utilizza solo con vento forte per smagrire completamente la randa e bloccare l’albero
4 – Noi cerchiamo di realizzare vele polivalenti poichè bisogna evitare di aver bisogno di più giochi di vele Per questo piano velico utilizziamo vele più leggere ma le forme restano le stesse Le regolazioni devono adattarsi allo stato del mare Con il sartiame leggermente più allentato con mare calmo, si potrà avere una randa più magra; del resto, la tensione della volante sarà superiore per tesare l’inferitura del genoa e guadagnare prua
5 – Una buona conoscenza della variazione di curvatura dello albero in funzione della forza del vento La difficoltà stà nell’utilizzare questa curvatura per far aprire la randa al momento giusto È questo che permette di avere una balumina tesa con poco vento per far prua e tenere la randa intera con vento forte Noi abbiamo lavorato molto su ciò e lo sappiamo bene, inoltre cerchiamo di dare alle nostre vele la miglior durata
6 – Evitare di far fileggiare inutilmente la randa ed arrotolarla quando viene riposta Non lasciar sbattere i genoa e prima della partenza preferire le strambate alle virate Una volta regolata la barca, calare le vele fino al colpo di cannone dei 5 minuti Non riporre mai le vele senza averle arrotolate o piegate correttamente e non far mai asciugare lo spi facendolo sbattere al vento Con vento forte fate attenzione alle scotte in kevlar o spectra che non ammortizzano nessun urto

NORTH SAILS
Laurent Tilleau naviga da un anno sul First Class 8
1 – A loro solo certamente no, ma se si paragona lo stesso scafo con lo stesso equipaggio cambiando le vele, ciò può fare una differenza reale La loro forma, la loro età, la loro concezione possono portare a differenze di velocità visibili
2 – Il problema del FC8 è che il suo albero e le sue crocette potenti creano delle difficoltà di controllo sulla forma del genoa Molta inclinazione laterale Lo scopo è di avere il massimo controllo della curvatura dello strallo utilizzando un rotondo sull’inferitura moderato in basso per permettere il bloccaggio dell’albero nella mastra
3 – Vento leggero e medio con onde: lieve tensione della volante, cavità del genoa avanzata, randa aperta, balumina leggermente tesa Vento forte: vele piatte , tensione del paterazzo in funzione delle raffiche di vento per aprire o bloccare la balumina
4 – Vele polivalenti Una randa magra in basso e più grassa nei 2/3 dell’altezza
5 – Innanzitutto un programma informatico può prendere e interpretare le piccole modifiche e creare così una banca dati molto completa
6 – Randa: arrotolarla dopo ogni regata e sciacquarla con acqua dolce
Genoa: pieghe larghe, sciacquarlo con acqua dolce e riporlo nel sacco
Spi: sciacquarlo con acqua dolce e farlo asciugare dopo ogni regata
Durante l’inverno riporle in luogo asciutto

VELERIA CHERET
Bertrand Cheret naviga sul First Class 8 dal 1984
1 – No L’equipaggio interviene nella conoscenza, nella preparazione della barca, nella tattica, nella manovra e ben inteso nella forma delle vele
2 – L’insieme delle vele deve essere adattato alla barca, all’ equipaggio, perfino alla località Il FC8, malgrado le riconosciute qualità della sua carena, rimane sensibile sulle onde La scelta andrà verso la potenza nel caso di cavità avanzate, piuttosto che verso la delicatezza, mentre su mare piatto il problema è diverso Per questi motivi siamo portati a fare delle vele in cui una parte del volume è modulabile grazie alla tensione dell’ inferitura
3 – La difficoltà sta nel tipo di attrezzatura adottata Se ciò ha il merito della semplicità, crea un sistema in parte bloccato tra le crocette potenti e le sartie basse che tirano La randa ha un grasso sull’inferitura moderato per una attrezzatura frazionata e la tensione delle volanti interviene sufficentemente nel grasso delle vele di prua per modellarne la forma
4 – La forma del piano velico del FC8 porta ad avere delle rande che hanno molto volume nella parte alta Ciò si ottiene in parte con il grasso sull’inferitura e può essere ridotto con la tensione del paterazzo Con mare piatto si smagrisce la vela e lo smagrimento è più consistente nelle vele di prua Con mare agitato, se si prende una o più mani di terzaroli, si perde in ragione del dispositivo di sartiame; bloccandolo sotto il punto d’attacco, perdiamo una parte del controllo del volume nella parte alta della randa La presa dei terzaroli si fa dunque con un volume a posto Una tale riduzione è interessante se vogliamo ridurre la coppia di sbandamento e badare alla potenza
5 – Una matrice tecnica che permette di aiutare i concorrenti nell’uso di queste vele, col pensiero di trovare vele polivalenti
6 – I materiali “rigidi” soffrono in primo luogo lo sbattimento e le pieghe Come la maggior parte dei velai vi consigliamo di sciacquarle e riporle arrotolate

LE REGOLAZIONI DI ALCUNI CONCORRENTI
Ad alcuni regatanti è stata posta la seguente domanda:
quali sono le basi della regolazione che riguardano le vostre vele?
Ecco la risposta che hanno dato:
Joè Setten naviga su “Dunkerque Region-Nord pas de Calais” dal 1989
Vento leggero: tutta randa e genoa medio fino a 27 nodi apparenti
Vento forte: tutta randa e intermedio fino a 35 nodi
apparenti
Benoìt Charon naviga sul FC8 dall’agosto dell’87, vincitore della Brochier Cup ’88 su “Houry Nautic”
Vento leggero Randa: balumina tesa, base leggermente allentata, la cala della mastra bloccata La vela è issata a fondo, ma il cunningham è molle e la regolazione nelle raffiche di vento si fa col carrello della scotta Genoa: punto di scotta avanzato e tensione dell’inferitura al limite delle pieghe Vento forte Randa: balumina aperta, base tesa, cunningham cazzato, cala della mastra leggermente bloccata, carrello della scotta circa al centro e la regolazione si fa con la scotta Genoa: punto di scotta arretrato, vela leggermente lascata con forti raffiche
Alain Fedensieu (Delta Voiles) naviga sul FC8 dal suo lancio, due volte vice campione d’Europa e vincitore del Campionato Nazionale nel 1989 su “Nautilus”
Con meno di 10 nodi: drizza poco tesa per lasciare arretrare il volume e smagrire l’inferitura, il carrello della randa è al centro o sopravento, le balumine sono tese per far prua; con onde corte la balumina del genoa è aperta Sopra i 10 nodi: la balumina della randa rimane tesa e la base cazzata; con onde formate la base sarà lascata, man mano che il vento aumenta bisogna cazzare la drizza per dare volume all’inferitura e aprire la balumina Con vento forte: il genoa è molto aperto e la balumina della randa è ancora tesa
Bruno Jourdren (Voiles Performance) naviga dal 1985 su “Lord Jiminy-Euromarche Morlaix” Campione d’Europa nell’88 e 89 e vincitore del Trofeo Brochier nell’89
Da 0 a 20 nodi: tutta randa e genoa
Da 20 a 25 nodi: tutta randa e intermedio
Da 25 a 30 nodi: randa con 1 mano di terzaroli e intermedio
oltre 30 nodi: randa e olimpico

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